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Di certo, la prima preoccupazione di un investitore è quella legata al rischio.
“Quali sono le mie aspettative e che tipo di rischio sono pronto a sopportare?”
E’ importante sapere che la percezione del rischio è molto soggettiva ed è un processo cognitivo molto complesso che guida i nostri comportamenti e spesso ci conduce verso scelte sbagliate.

Le emozioni, le paure, le ansie per le nostre scelte finanziarie sono ingredienti tossici che portano ad inevitabili errori. In finanza la valutazione del rischio viene calcolata attraverso l’analisi di diversi fattori: volatilità dei prezzi, probabilità di insolvenza, valuta di riferimento, livello di indebitamento di una azienda. Queste valutazioni sono e devono restare lontane dal mondo emozionale.

Quando si parla di rischio finanziario ci addentriamo in un concetto molto ampio: rischio specifico, rischio sistemico, rischio emittente, rischio di credito, rischio di mercato, concetti che ci inducono inevitabilmente a sottolineare l’importanza della conoscenza, che aiuterebbe sicuramente a scelte più razionali e meno impulsive.

Esiste infatti uno studio che si chiama finanza comportamentale, che valuta la relazione che esiste tra i mercati finanziari e il comportamento delle persone e tenta di capire come gli stessi mercati vengano influenzati dalle emozioni dell’essere umano.

Le emozioni in finanza minano la pianificazione di lungo termine.
Questo limite che rappresenta una vera  e propria pietra di inciampo può essere superato con tre piccoli suggerimenti:
1) imparare le basi della finanza
2) diversificare il rischio
3) investire con regolarità.

Per fare il primo passo nel mondo degli investimenti, affiancati ad un consulente che ti insegna e ti aiuta a non fare errori grossolani.

Non è tanto importante investire al prezzo più basso possibile quanto investire al momento giusto.

Jesse Livermore
economista statunitense
Shrewsbury, 26 luglio 1877 – New York, 28 novembre 1940